Circuito 2: Thiene – Piovene Rocchette

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 I luoghi sono descritti secondo l’ordine di percorso

 

Lanificio Ferrarin 1850 | Thiene
Lanificio Ferrarin 1850

Tra gli antichi lanifici thienesi ancora superstiti che nel secolo scorso diedero un carattere industriale all’arte della lana, promuovendo lo sviluppo economico, sociale e demografico della cittadina, va segnalato quello della famiglia Ferrarin, che mantiene nell’impianto generale alcuni segni forti e di buona qualità architettonica del nucleo otto-novecentesco, pur avendo provveduto continuamente alla modernizzazione e ampliamento delle strutture produttive. La peculiarità dell’azienda consiste, nell’aver gelosamente conservato nel tempo la continuità di gestione da parte della medesima famiglia, inizialmente dedita all’attività agricola nella periferia di Vicenza, trasferitasi a Thiene verso la metà dell’Ottocento con l’intento preciso di convertire la gran parte dei suoi interessi fondiari nel settore tessile.

Filanda G. B. Rossi 1899-1950 | Thiene

Filanda G. B. Rossi 1899-1950Roggia Mulino dei Bei Thiene

Sorta nel 1899 per la lavorazione della seta. Caratterizzata dall’alta ciminiera in cotto e dai fabbricati recentemente ben ristrutturati, lungo la roggia Malcantone verso il Mulino “dei Bei”.

Bottonificio Facchinetti | Thiene

conte

La Conca, dal primitivo nucleo medioevale, si sviluppa nel corso dei secoli con notevoli e importanti insediamenti allargando il territorio della contrada. Individuata solo come zona bassa della città, un quartiere molto povero caratterizzato principalmente da un’ampia presenza di piccole attività come gli innumerevoli “scarpari” e il calzaturificio Balasso,  lungo la duecentesca Roggia che porta copiose da Santorso a Thiene le acque del Timonchio. In via San Rocco un filatoio della seta diviene nell’Ottocento il Bottonificio Facchinetti, oggi un raro esempio di archeologia industriale.

Roggia | Zanè

Roggia ZanèRoggia Zanè

Nel 1279, il Conte Beraldo cedette ai Comuni di Thiene e Zanè parte delle acque del Timonchio in territorio di Santorso perché scavassero una Roggia fino a Thiene avendone in cambio la costruzione di tre poste da mulino. La roggia, ultimata nel 1281, determinò la messa a coltura di nuove terre e la nascita di laboratori per la lavorazione della lana, della seta e della canapa, di tintorie, segherie e concerie.

Monumento alla prima auto | Piovene Rocchette

Monumento alla prima auto

Nella rotatoria per Schio, blocco in marmo dedicato alla prima vettura circolante in Italia di Gaetano Rossi: Peugeot Tipo 3 del 1983.

Quartiere Operaio | Piovene Rocchette

Casa dei Canarini
Rossi volle curare tutta la “filiera” produttiva cercando di pianificare anche le esigenze dei lavoratori.
Nasce una città: “Il primo intervento urbanistico-architettonico del Caregaro Negrin – architetto incaricato dal Rossi – a Rocchette risale al 1868-69 e riguarda il complesso residenziale per gli impiegati “esteri e italiani” dello stabilimento della Filatura”.
Là dove cresce una una nuova città industriale, accanto alla fabbrica il quartiere che si sviluppa sembra un parco.
E’ questo che differenzia Rocchette da le altre città di prima industrializzazione.

Birreria Summano | Piovene Rocchette
BirreriaSummano

L’attività inizia nel 1873 per la fabbricazione della birra uso-Baviera.
Nel 1881 il Re Umberto I concede la facoltà di innalzare lo stemma reale sull’insegna della fabbrica. Nel Giugno 1916 la fabbrica viene bombardata e nel 1918, dopo l’armistizio, il lavoro riprende e la Birreria conosce in quegli anni nuovo lavoro e nuove fortune.
Dopo la seconda guerra mondiale i tempi vanno cambiando. La piccola industria birraria di Piovene cessa nel 1958 la produzione propria e viene sostituita con le grandi birre nazionali Pedavena (fino agli anni ’70) e Peroni (fino agli anni ’90). Oggi, a quasi 150 anni dalla sua nascita, la Birreria Summano continua a rappresentare un luogo di ristoro per chi è di passaggio o semplicemente per chi vuole rilassarsi e trascorrere qualche piacevole momento in compagnia.

Piovene Rocchette – Asiago

Piovene Rocchette - Asiago
Nel 1876 venne inaugurata la ferrovia Vicenza-Schio, a scartamento ordinario, che costituì la spina dorsale della rete ferroviaria dell’Altovicentino, tuttora in esercizio. La linea era lunga Km. 32 e costeggiando le strade provinciali prevedeva una stazione a Thiene, raccordo per la tratta che portava ad Asiago.
Il collegamento longitudinale del territorio che prevedeva la linea: Torrebelvicino-Schio-Rocchette–Arsiero , completamente in pianura e ai piedi delle montagne, e la linea Thiene-Chiuppano/Caltrano-Rocchette–Asiago, un tratto in pianura e l’altro in montagna. Quasi tutte le brevi tratte ferroviarie erano costruite a scompartimento ridotto e per Asiago con cremagliera.

Gli stabilimenti Rossi | Piovene Rocchette

Vacamora | Piovene

Lo Stabilimento “Rocchette 1” venne costruito per una capacità di 12000 fusi nel 1869 sulla riva destra del torrente Astico, che garantiva una maggiore portata d’acqua del Leogra, per ospitare la lavorazione di filatura e tessitura della lana pettinata.
L’edificio lo si può scorgere proprio nella valle scavata dall’Astico, prima di superare il Ponte Pilo. Lo stabilimento fu affiancato da opere idrauliche sul torrente con un salto di sei metri e una diga al fine di ottenere una forza motrice di 2500 Hp.
Lo Stabilimento “Rocchette 2” venne costruito per la tessitura pettinata, capace di 102 telai, nel 1871 un po’ più a Sud del precedente, sulla sponda sinistra dell’Astico, al confine con l’abitato di Cogollo. Vi si lavoravano lane di alta qualità, quali le merinos e il cachemire.
Lo Stabilimento “Rocchette 3“, pure destinato alla tessitura pettinata, fu invece costruito nel 1886 proprio a Nord del centro abitato di Rocchette. L’intero complesso fu demolito nel 1973 per lasciar posto a un nuovo fabbricato in cemento armato, la quale ha contemporaneamente demolito anche la parte più nobile del villaggio industriale, ossia la Villa del Direttore con parco romantico, grande serra, chiesetta, e le abitazioni a schiera degli impiegati con i loro rispettivi giardini.

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